"Tecnica di Polizia Giudiziaria Ambientale" è un libro "storico" di Maurizio Santoloci, oggi pubblicato con Valentina Santoloci come coautrice, finalizzato a decodificare in termini chiari e semplici i complessi temi procedurali penali letti alla luce delle norme ambientali


Questa nuova edizione 2016...


Siamo giunti alla edizione 2016. Abbianmo “saltato” l’edizione 2015 perchè sarebbe stata una versione a rischio di incompletezza attese le continue evoluzioni normative in atto. Adesso il quadro legislativo si è stabilizzato ed è possibile un esame del rapporto sinergico tra nuove (e pregresse) norme sostanziali e regole procedurali (anche alla luce delle non modeste novità di rito varate di recente). Anche questa edizione 2016 parte dal presupposto incontestabile della ormai inscindibile connessione tra reati ambientali e reati a danno della salute pubblica (oltre che ai reati di violazione fiscale e tributaria). Oggi più che mai è necessaria una rivisitazione di tutte le posizioni e di tutti i principi finora posti sul campo per creare finalmente una forza generale condivisa tra tutte le pubbliche amministrazioni interessate al fine di attivare un controllo seriale, sistematico e soprattutto convinto e condiviso sul ciclo illegale dei rifiuti, soprattutto per evitare i danni emergenti e gravissimi anche sulla salute pubblica. Continuiamo ad essere convinti che oggi è inevitabile superare i pregressi principi culturali in materia per iniziare a parlare di reati ambientali strettamente connessi con danni gravissimi alla salute pubblica, e dunque di biocidio. Appare ogni giorno sempre più evidente che nel campo della gestione illecita di rifiuti (solidi, ma anche liquidi) e degli scarichi idrici le conseguenze di danni gravissimi sulla salute della popolazione sono palesi e conclamate e soltanto un negazionismo esasperato ancora ritiene di poter far finta di non credere che vi sia un nesso di collegamento diretto tra tali smaltimenti illegali e le esplosioni di tumori e leucemie (anche infantili) tra la popolazione residente. Per far fronte a questa emergente e dilagante criminalità ambientale, senza scrupoli e senza freni inibitori, è necessario superare l’arcaico concetto “non è di mia competenza” ancora sostenuto da alcuni (isolati) organi di polizia per creare una rinnovata sinergia unitaria di impegno collettivo di tutte le forze di polizia giudiziaria statali e locali (senza alcuna distunzione) per ilo contrasto ad ogni reato ambientale. Serve, inoltre, una nuova e più seria politica generale di gestione e tutela del territorio che dica veramente addio a condoni, sanatorie, occhio strizzato agli abusivismi di ogni tipo. È il caso di iniziare a prendere atto che è necessario iniziare ad applicare seriamente le regole sulla tutela del suolo e sui vincoli (paesaggistici, ambientali ed idrogeologici) per evitare, se non altro, danni ancora peggiori per il futuro. Ed i controlli di polizia giudiziaria in tutti questi campi sono essenziali. Ma anche sulla base delle norme vigenti è possibile operare una efficace azione di prevernzione e repressione dei reati ambientali, soprattutto attivando rinnovate e più efficaci applicazioni dei sequestri preventivi in sede di primo accertamento per evitare che ogni reato ambientale venga portato ad ulteriori (ed irreversibili) conseguenze con stabilizzazione perenne dei danni all’ambiente ed alla salute pubblica. Ed ancora una volta con queste premesse e con questi auspici presentiamo questa nuova edizione 2016 del nostro volume, sperando che possa essere utile a chi i controlli sul territorio li opera con impegno e convinzione.

Aprile 2016

Maurizio Santoloci - Valentina Santoloci



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